venerdì 29 maggio 2015

Madness is the new Black

  Condividi una foto su Facebook creata da una persona che non conosci.

Nella foto in questione viene descritta la pazzia in tutto il suo splendore, mentre alla normalità è destinato un angolino buio. Insomma, tu che l'hai condivisa vuoi far sapere a tutti che non sei uno di quelli che segue le regole e la massa.

L'immagine, creata da un estraneo, è stata condivisa da migliaia di altri perfetti estranei e “mipiacciata” da altrettanti.

Non è curioso che così tante persone condividano il tuo stesso pensiero anticonformista?

Io sapevo che quando una cosa è apprezzata dalla maggioranza, questa entra a far parte dei costumi della società e diventa conforme alle regole.

  Mi sembra che ci sia qualcosa che non torna...
Perché se fosse realmente così, vuol dire che la pazzia – l'essere diversi da tutti gli altri – sta diventando la nuova normalità, mentre a quest'ultima spetta il posto dell'emarginato sociale.

Tutto questo impegno per apparire alternativo ti si sta ritorcendo contro. 
Un bel problema.

  Pensa a quelli che scrivono pubblicamente tutti i loro dolori, le loro delusioni, salvo poi rispondere (o non rispondere affatto) agli amici, che chiedono preoccupati cosa possa essere successo, un: “Ti scrivo in pvt!”. Fanno questo solo per far vedere quanto la loro vita sia disagiata, piena di emozioni e tanto, troppo, complicata. E anche per mostrare che quello che accade loro è peggiore di quello che accade agli altri. Una sorta di gara a chi soffre di più.

Peccato che così ritorniamo al discorso di prima, cioè il diverso è il nuovo normale.
La pazzia oggi sta bene con tutto, in classe o al pub, con le scarpe sportive, sulla fetta biscottata a colazione...

Questa nuova ondata che stiamo vivendo non è altro che un regalo già impacchettato con tanto di fiocchetto rosa. Nulla di diverso da quello che c'era in passato.

  Mi domando però come mai stiamo vivendo questa necessità di mostrarci diversi, unici da tutti gli altri. Forse, la causa è dei nostri genitori. Ci hanno cresciuto facendoci credere che saremmo potuti diventare delle star, idolatrati, e anche invidiati, da tutti; come Marilyn Monroe o Jim Morrison con le loro vite disastrate.
  La verità è che siamo fatti della stessa sostanza di cui è fatta la tristezza, è ora di accettare la realtà.
Non è che siete bipolari, siete solo indecisi.

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