martedì 5 maggio 2015

Empatia

  La parola empatia deriva dal greco empatéia (en- "dentro" e pathos "sofferenza o sentimento").
  Qualche settimana fa avevo scritto un post sulla compassione e, sotto certi punti di vista, queste due parole possono sembrare simili sebbene nella realtà siano divise da importanti differenze. Potremmo addirittura dire che l'empatia sta alla base della compassione e di molti altri sentimenti.

  Il concetto di empatia significa saper riconoscere e comprendere i sentimenti altrui. Si passa dall'osservare esteriormente una persona e la sua vita, all'osservare come quella stessa persona si sente interiormente, indipendentemente dal proprio pensiero e mantendendo sempre la propria unicità.
Si tratta quindi di una capacità al tempo stesso difficile da mettere in pratica, costringe inevitabilmente a staccarsi dal proprio punto di vista, ma che è di fondamentale importanza per lo sviluppo individuale. Infatti tutti gli esseri umani - eccezione fatta per chi soffre di determinati disturbi mentali - fin dalla più tenera età, iniziano a sviluppare questa predisposizione naturale.
Grazie all'ambiente famigliare il bambino osserva e apprende il mondo, dalla gestualità alle parole. Egli non solo impara a comprendere e decodificare ciò che lo circonda, ma anche a esprimerlo ed esprimere se stesso. Così assieme alle emozioni primarie, come la paura, gli è possibile riconoscere le emozioni complesse, come l'ansia, l'offesa, la speranza, ... che si sviluppano con la crescita e l'integrazione sociale.
Per questo l'empatia è così importante per l'uomo, ci permette di rispondere in maniera adeguata alle situazioni che viviamo e che vivono le altre persone.
Trovo questo video molto bello, perché fa capire quanto sia difficile entrare in connessione prima con noi stessi e poi con l'altro, senza mai giudicare.
Sarebbe molto più facile fermarci all'esterno, fuori dal "buco profondo e oscuro", ma ne perderemmo in umanità.


 Tra il clamore della folla ce ne stiamo io e te, felici di essere insieme, parlando senza dire nemmeno una parola.
Walt Whitman

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