martedì 19 maggio 2015

Misoneismo

  Oggi vorrei analizzare una parola di cui non si conosce quasi l'esistenza. Perciò mi allontanerò di poco dall'obiettivo originario dell'etichetta La parola, cioè quello di studiare il vero significato di termini ormai quasi travisati, per presentare questa nuova.
Che cosa rappresenta il misoneismo?
  Misoneismo deriva dal greco minos (odio) e neos (nuovo) e quindi indica un'avversione totale nei confronti di tutto ciò che è nuovo e che porta a un'evoluzione dello stato delle cose.
A differenza del tradizionalismo e del conservatorismo, che sotto alcuni punti di vista possono essere visti come la volontà di affermare il proprio passato e le proprie radici, questa corrente di pensiero si ferma al semplice e immotivato odio nei confronti dell'innovazione.
Appare evidente e ben chiaro quanto questo atteggiamento sia subdolo e anche difficile da gestire per chi si trova a controbattere, essendo il misoneista cieco nella visione di insieme e restio a un dialogo.
  Ci sono tanti e troppi, purtroppo, campi invasi dal misoneismo, che in particolare si rifanno alla politica e al sociale.
Per quel che riguarda l'Italia direi che, se esistesse una classifica dei paesi più misoneisti, questa sarebbe posizionata in cima.
Usiamo il passato come Linus tiene alla sua copertina, elogiamo il nostro patrimonio culturale - neanche tanto bene - e disprezziamo il contemporaneo fino a renderlo banale.
Raramente la novità ci incuriosisce, se non quando è già schematizzata in un percorso regolare e ben definito. Perché sì, l'innovazione non ha schemi rigidi e in essa c'è anche l'eventualità del fallimento.

Ci vuole molto coraggio per abbracciare il cambiamento.

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