mercoledì 29 aprile 2015

Mangio per non ingrassare. Vomito per cacciare la mia vera essenza.

Il cammino è la vita reale o, come dice un proverbio cinese: «La via è la vita». Per i bulimici è l'opposto: vorrebbero raggiungere la meta possibilmente subito e con sicurezza e saltare il cammino, cioè la vita.”  
Renate Göckel

  La bulimia, insieme all'anoressia, è uno dei più frequenti disturbi della condotta alimentare (DCA); essa è caratterizzata da ingenti abbuffate, quasi impossibili da reprime per il paziente, alle quali seguono dei metodi compensatori al fine di non metabolizzare la quantità eccessiva di calorie assunte, questi ultimi si dividono sostanzialmente in due gruppi: in un caso vengono utilizzati con frequenza il vomito autoindotto, i lassativi, i diuretici e altri farmaci, mentre nell'altro c'è un esercizio fisico eccessivo e periodi di digiuno alternati a quelli delle abbuffate con un uso non frequente del vomito autoindotto.
  A differenza dell'anoressia, che porta a un cambiamento significativo del corpo, è più difficile riconoscere una persona affetta da bulimia poiché il peso rimane pressoché invariato dal sorgere del disturbo. In ogni caso, ci sono dei comportamenti tipici nel bulimico che possono essere indicatori del disturbo, oltre alle abbuffate che vengono mantenute il più possibile nascoste: sensi di colpa dopo aver mangiato, recarsi al bagno durante o dopo i pasti, esaurimento di scorte alimentari, mantenimento o diminuzione del peso nonostante la quantità di cibo assunta.

  Come per l'anoressia, anche la bulimia colpisce principalmente donne giovani preoccupate in maniere eccessiva dal proprio aspetto. Va comunque sottolineato che la bulimia non deriva solo e semplicemente da una questione estetica, alla base c'è un grave disagio che opprime la persona.
  Come per Anna, tutto per lei è cominciato con una semplice dieta in vista dell'estate. Dopo i primi risultati positivi in lei ha iniziato a nascere un senso di onnipotenza, la consapevolezza di poter controllare il proprio corpo attraverso il cibo; ma ben presto la dipendenza dal cibo, la malattia, hanno preso il controllo su di lei. Così, l'impazienza e la perfezione di raggiungere qualunque obiettivo volesse il suo inconscio, hanno rischiato di far saltare ad Anna il cammino della vita.
Anna è un personaggio inventato ma purtroppo la sua storia è crudelmente vera.


Questa "pillola di psicologia" è stata scritta per la dott.ssa Sara Piattino, se volete saperne di più QUI il link.

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