venerdì 17 luglio 2015

Libri vietati VS sindaco di Venezia

  Qualche giorno fa mi è capitato di leggere vari articoli riguardo a libri per bambini tolti dalle scuole dell'infanzia.
Una storia che sembra essere pescata da anni molto più bui rispetto a quelli in cui dovremmo vivere oggi.

  Pochi giorni dopo il Family Day (di cui si è accennato qui) in Italia è scoppiata una nuova polemica, il neo-sindaco Brugnaro di Venezia ha "dato ordine agli uffici che vengano ritirati tutti i libri con genitore 1 e genitore 2 dalle scuole, ma non dalle biblioteche, dove c’è libertà di scelta". In poche parole ha deciso di eliminare tutti quei libri che, secondo lui e la sua giunta, diffondo la teoria gender - che cosa sia la teoria gender, se esiste, non è ben chiaro, in ogni caso questo è un argomento molto ampio e impossibile da analizzare in poche righe.
  Tale decisione presa deve essere riferita al progetto leggere senza stereotipi, nato grazie a Camilla Seibezzi (delegata dell’ex sindaco Orsoni di Venezia per i diritti civili e la lotta alle discriminazioni) a inizio 2014. Anche in quel caso c'erano state discussioni, ma lo scopo era quello di raccontare storie di famiglie che affrontano percorsi diversi, dalle adozioni ai divorzi, dalla religione alla nazionalità, e di presentare le famiglie arcobaleno, composte da genitori dello stesso sesso.
Piccolo uovo
  Fortunatamente la mobilitazione, appena conosciuta la decisione del sindaco, è stata massiccia.
Genitori, insegnanti, artisti e molti altri hanno espresso la loro disapprovazione, come la petizione lanciata su change.org che ha raggiunto in poco tempo oltre 30mila firme. In questo senso una vittoria c'è stata, ma il percorso intrapreso è ancora lungo.
Il 10 Luglio, grazie alle numerose firme raccolte, il Sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone ha affermato: "La circolare che abbiamo inviato nei giorni scorsi alle scuole è molto chiara: sono dirigente scolastico, insegnanti e genitori a prendere insieme qualsiasi decisione che riguardi il piano dell’offerta educativa e formativa in una scuola. Vale anche per i libri e le biblioteche scolastiche. Nessun sindaco può intervenire in tal senso, né meno che mai può decidere quali libri possono stare o meno all’interno di un istituto: è un ambito di competenza comune della comunità scolastica, fatta di famiglie e operatori della scuola". Faraone è intervenuto anche sulla “teoria gender”: "Non esiste nessuna famigerata 'teoria gender', concretamente non so a cosa ci si riferisca con tale termine. A scuola esiste solo il rispetto della dignità di tutte le persone e di tutte le differenze, contro ogni discriminazione o violenza".
Diverso come uguale
  Appare evidente che la motivazione che ha spinto il sindaco ad agire in questa direzione sia fondata su un'irrazionale paura del diverso e di ciò che è sconosciuto.
Le persone iniziano a essere sempre più consapevoli di se stesse, è un percorso naturale che dovrebbe essere accompagnato e supportato. Perciò, invece di alimentare l'ignoranza, la paura e la discriminazione abbiamo il dovere di conoscere noi stessi e gli altri, di informare e di informarci.
Mi auguro che nessuno voglia essere partecipe di discriminazioni, di episodi di bullismo e di sofferenze sia fisiche che interiori, per quanto mi riguarda, no.
  A tutti coloro che non sono d'accordo consiglio di metterci una pietra sopra.
Magari prima di provare a leggere questi tanto temuti libri, chissà che non ci sia più bisogno di usare una pietra.

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