martedì 14 luglio 2015

Autolesionismo sociale

  La settimana scorsa è stato visto l'autolesionismo nella accezione che, a grandi linee, tutti noi conosciamo.
Oggi, invece, cercherò di analizzare un'altra forma di questo disturbo, più subdola e difficile da distinguere: l'autolesionismo sociale.
  Sentendo le parole dello spezzone di Waking Life, che ha ispirato questi due post, mi è subito balzata alla mente una canzone dei Tool, Vicarious,

Eye on the TV
’cause tragedy thrills me
whatever flavor it happens to be
Like:
“Killed by the husband”
“Drowned by the ocean”
“Shot by his own son”
“She used a poison in his tea,
then kissed him goodbye”
That’s my kind of story
It’s no fun
'til someone dies.

Don’t look at me like I am a monster.
Frown out your one face,
but with the other
stare like a junkie into the TV.
Stare like a zombie
while the mother holds her child,
watches him die,
hands to the sky crying
“why, oh why?”

'Cause I need
to watch things die
from a distance.
Vicariously, I live while
the whole world dies.
You all need it too – don’t lie.

Why can’t we
just admit it?
Why can’t we
just admit it?
We won’t give pause
until the blood is flowin’.
Neither the brave nor bold
will write
as the story's told
We won’t give pause
until the blood is flowin’.

I need to watch
things die...
from a good safe distance.
Vicariously, I live
while the whole world dies.
You all feel the same, so...


... Why can’t we
just admit it?

Blood like rain fallin’ down
Drum on grave and ground

Part vampire
Part warrior
Carnivore and Voyeur
Stare at the transmittal.
Sing to the death rattle.

La, la, la, la, la, la, la-lie (x4)

Credulous at best
Your desire to believe in
Angels in the hearts of men.
Pull your head on out
your hippie haze.
And give a listen
Shouldn’t have to say it all again.
The universe is hostile
so impersonal
devour to survive...
So it is, so it’s always been.

We all feed on tragedy.
It’s like blood to a vampire.

Vicariously, I live
while the whole world dies.
Much better you than I.
Occhi sulla TV
perché la tragedia mi elettrizza
a prescindere da cosa capiti
Come:
“Uccisa dal marito”
“Annegato nell’oceano”
“Ucciso dal suo stesso figlio”
“Ha messo del veleno nel suo the
e gli ha dato il bacio d’addio”
Queste sono il mio tipo di storie
Non c'è nessun divertimento
finché non muore qualcuno.

Non guardami come se fossi un mostro.
Condanni con un tuo volto,
ma con l'altro
fissi la TV come un drogato.
Sei come uno zombie
mentre la madre stringe suo figlio,
lo guarda morire,
alza le mani al cielo piangendo
“perché, oh perché?”

Perché ho bisogno
di guardare cose che muoiono
da lontano.
Silenziosamente, vivo mentre
il mondo intero muore.
Anche tu ne hai bisogno – non negarlo.

Perché non possiamo
semplicemente ammetterlo?
Perché non possiamo
semplicemente ammetterlo?
Non avremo pace
finché il sangue non scorrerà.
Nemmeno se il coraggioso e l’audace
scriveranno
come la storia sia narrata
Non avremo pace
finché il sangue non scorre.

Ho bisogno di vedere
le cose morire...
da una distanza di sicurezza.
Silenziosamente, vivo
mentre il mondo intero muore.
Anche tu provi la stessa cosa,  perciò...

... Perché non possiamo
semplicemente ammetterlo?

Il sangue cade come la pioggia
Batte sulla tomba e sulla terra

Mezzo vampiro
Mezzo guerriero
Carnivoro e Guardone
Punta gli occhi sul trasmettitore.
Canta al rantolo di morte.

La, la, la, la, la, la, la-menti (x4)

Ingenuo, hai avuto la meglio
Il tuo desiderio di credere agli
Angeli nei cuori degli uomini.
Tira fuori la testa
dal tuo annebbiamento da hippie.
E ascolta
Non vorrei doverlo ripetere.
L’universo è ostile
così impersonale
divora per sopravvivere...
Così è, così è sempre stato

Tutti noi ci nutriamo delle tragedie.
E’ come il sangue per un vampiro.

Silenziosamente, vivo
mentre il mondo intero muore.
Sei più bravo tu di me.

[NOTA: non so se vicarious è da intendere come vicario o come indiretto, nel caso qualcuno ne sapesse qualcosa, correggo!]

  In alcune culture del mondo ci sono azioni, che noi definiremmo autolesionistiche, facenti parte di pratiche iniziatiche.
L'iniziazione consiste nel passaggio da una fase della vita a un'altra, come nel caso - quello più conosciuto - del salto dall'adolescenza all'età adulta.
Tali pratiche sono avvolte dalla sacralità e dal misticismo e coinvolgono l'intera collettività, la quale riconosce la nuova posizione sociale acquisita dall'individuo. Esse sono suddivise in tre prove, ognuna delle quali è caratterizzata da rituali precisi. In una di queste sono presenti torture più o meno terribili, come le scarificazioni.
  Le modificazioni del corpo, in alcuni casi, possono essere ricondotte a rituali iniziatici. Non solo, esse rispondono anche ad altre esigenze, come l'identificazione tribale o l'estetica corporea.

  Dopo questo excursus concentriamoci sull'aspetto più rilevante di questo post:
il legame tra l'autolesionismo e la società occidentale.
In tutti i casi che abbiamo visto il fine di queste manifestazioni è lo stesso, ovvero la difesa di se stessi o della propria comunità. Allo stesso modo anche la società, vista come essere antropomorfo e dotata di raziocinio, ha le stesse necessità che cerca di soddisfare; perciò essa si nutre del dolore e delle disgrazie per cercare di distogliere lo sguardo dal vero dramma in cui sta vivendo e che lei stessa è. Se non lo facesse collasserebbe su di sé.
  La società non sono alimenta l'autolesionismo attraverso diversi canali di informazione - dalle sequenze di guerra alle stragi famigliari - ma essa stessa è costruita su questo concetto: per essere parte integrante di questo mondo bisogna sottostare a leggi emanate dall'alto, chi non è d'accordo e si allontana viene subito additato come cane sciolto e reso riconoscibile attraverso determinate strategie fino ad arrivare all'indifferenza e all'alienazione, le quali rendono l'individuo innocuo. Chi rimane all'interno della società si riunisce in gruppi condividendo l'inevitabile identità disintegrata e ottenendo in cambio protezione e comprensione. In questo disturbato e disturbante meccanismo c'è però un prezzo da pagare, il dolore che sgorga in noi.
Come un cane che si morde la coda la società nutre se stessa e noi, noi nutriamo lei e noi stessi.
Lasciate che la mia voce spenta sia sentita

  

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