venerdì 10 luglio 2015

Il caldo complottistico

  Come accade da un po' di anni a questa parte, l'arrivo del caldo estivo è sempre accompagnato da un insensato terrorismo psicologico.

  Ormai dovrebbero essere risaputi gli effetti dei danni all'ambiente, come il surriscaldamento globale o il buco nell'ozono.
Soltanto che, invece di parlare di prevenzione e informazione, si sceglie la via più semplice e di maggior impatto.
Così, invece di affidarci a persone compententi - come quella a sinistra della foto con il suo immancabile papillon - il più di noi preferisce, forse per pigrizia, limitarsi allo spaccio di notizie di quello che dovrebbe essere un TG sulla destra
  Ora però non soffermiamoci solo a guardare l'aspetto mediatico della questione, qualche giorno fa ho scoperto che abbiamo raggiunto un gradino superiore.
Dal terrorismo psicologico che porta a braccetto l'afa si è passati direttamente alle teorie complottistiche, ecco uno screen che mi è capitato di trovare navigando su internet:
Credits: Abolizione del suffragio universale, gruppo Facebook

  Leggendo queste parole mi è impossibile non ricollegarmi a un post di qualche tempo fa, Analfabestismo funzionale o (l'incapacità di analizzare il mondo), non tanto per l'analisi di questo nuovo analfabetismo - che comunque c'entra sempre - quanto per il collegamento che si instaura con il discorso fatto da Umberto Eco nello stesso periodo.
Lo scrittore ha affermato che «La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità» e anche «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere [...]».
Il problema di questi casi non è la libertà di parola, ci mancherebbe, ma il favoreggiamento alla diffusione di pensieri che non fanno altro che storpiare le idee di una buona fetta della popolazione, la quale non sa filtrare le cosiddette bufale dagli articoli giornalistici che meritano di essere chiamati in tale modo.

  Forse le teorie complottistiche sono la "naturale" evoluzione di un certo tipo di informazione, forse la causa è l'ancoraggio al vecchio e al conosciuto che ci fa odiare il nuovo, il Misoneismo.
Ma quindi, quale sarà il prossimo passo?

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