martedì 21 luglio 2015

Alienazione

Se decideste di spegnere la televisione e iniziaste a sfogliare dei saggi, vi accorgereste che l'unico grande tema del XX secolo è stato la solitudine e l'alienazione.
Patch Adams
Citando Wikipedia 
Alienazione deriva dall'aggettivo latino alienus e questo, a sua volta, dal pronome indefinito "alius" (in greco allos): altro. Il termine fa riferimento a colui o a ciò che è altro, straniero, non appartenente alla nostra comunità, in pratica che "non è dei nostri" e che, quindi, ci è estraneo. L'alienazione, nel suo verbo "alienare", fa parimenti riferimento all'atto dell'allontanare o dell'estraniare da sé e, quindi, all'atto di prendere distanza da qualcuno o da qualcosa.

   L'idea di questo post è nata mentre scrivevo l'autolesionismo e la sua seconda parte, l'autolesionismo sociale.
In particolare mi riferisco a quando, nel video di waking life, viene detto che l'autolesionista avverte di essere completamente alienato e assolutamente solo; oppure quando, nella seconda parte, descrivo questo passaggio "[..] per essere parte integrante di questo mondo bisogna sottostare a leggi emanate dall'alto, chi non è d'accordo e si allontana viene subito additato come cane sciolto e reso riconoscibile attraverso determinate strategie fino ad arrivare all'indifferenza e all'alienazione, le quali rendono l'individuo innocuo."
In entrambi i casi si fa riferimento all'estraniazione dell'individuo. Ed è proprio questa la base su cui poggia il significato di tale parola.

  Ci sono molti campi che potrebbero essere presi in esame per descrivere questo stato, dalla filosofia alla psicologia passando per il diritto, ma io qui cercherò di soffermarmi su aspetti più contemporanei e di ampio respiro.

  Personalmente, parlando di alienazione, la prima cosa che mi viene in mente è il film di Charlie Chaplin, Tempi Moderni.
 In questa pellicola Charlot, il protagonista, è un operaio che lavora seguendo ritmi serrati nell'ottica del taylorismo.
All'operaio-massa, ridotto a un semplice meccanismo della catena di montaggio che ripete sempre gli stessi gesti spersonalizzanti, non resta che perdere letteralmente il senno. La vita dell'industria lo estrania da se stesso e lo valuta solo in termini di efficienza e guadagno, non più come essere umano.
Per Charlot, però, questa è solo la punta dell'iceberg, infatti nel corso della storia si ritrova a fronteggiare diverse peripezie.

  La catena di montaggio degli anni Trenta si è evoluta e non rientra più solo nel campo industriale, basti pensare a alle nostre vite che scivolano come sabbia tra le dita, composte dalle medesime azioni che ora non hanno quasi più significato.
  Giunti a questo punto, la piega più naturale che potrebbe prendere questo post sarebbe quella di parlare della tecnologia, di quanto questa ci rende connessi e disconnessi allo stesso tempo.
Cerchiamo di passare oltre o almeno di trovare un'altra piega, immagino che tu, come me, abbia già visto l'argomento.

  Cosa succede quando ci auto-estraniamo? Quando ci allontaniamo dalla nostra condizione naturale?
 L'Io (o come preferisci chiamarlo) altro non è che spettatore della sua vita, il risultato dell'adattamento imposto. Incapace di relazionarsi in lui nasce l'incertezza. Essendo costretto a vivere in un mondo dove la certezza è uno dei cardini, la risposta a tutto questo non può non ritrovarsi nella depressione e ansia, dipendenza e ossessione, idolatria e fanatismo.
La conseguenza che si ha è una solitudine ancora più marcata.


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