martedì 7 aprile 2015

Je (ne) suis Charlie

Sono passati soli pochi mesi da questa tragedia.
Con questo non voglio però analizzare i fatti, non ho le competenze e neanche conoscenze sufficienti. Vorrei raccontare, a livello mediatico, l'impatto che ha avuto su di me.
Spero non ci sia bisogno di altre spiegazioni.



Io non sono Charlie,

io sono quello che battezza il proprio figlio perché tutti lo fanno.



Io non sono Charlie,

io sono quello che si sposa in chiesa perché è più romantico.



Io non sono Charlie,

io sono quello che crede di vivere in un paese laico solo grazie alla possibilità di non fare l'ora di religione a scuola.



Io non sono Charlie,

io sono quello che accetta gli scherzi sugli altri ma non su se stesso.



Io non sono Charlie,

io sono quello altruista, che guarda solo il proprio piccolo mondo.



Io non sono Charlie,

io sono quello che crede a tutto ciò che legge su internet.



Io non sono Charlie,

io sono quello che si batte per la salvaguardia degli animali, ma augura la morte agli uomini.



Io non sono Charlie,

io sono quello che scrive in CAPS LOCK quanto gli esseri umani facciano schifo.



Io non sono Charlie,

io sono quello che ha sofferto ma denigra a depressione il vero dolore altrui.



Io non sono Charlie,

io sono quello che “se la sono andata a cercare, fanno le troie e poi si lamentano!” e poi "andiamo ad ammazzare tutti quei porci dell'ISIS!!"



Io non sono Charlie,

io sono quello che, se proprio si deve, vuole aiutare i negri nel loro paese, dopo però aver bevuto una coca-cola.



Io non sono Charlie,

io sono quello che crede che la libertà di espressione sia uguale allo sparare cazzate.



Io non sono Charlie,

io sono quello che confonde la satira con l'offesa gratuita.



O forse sì,

forse sono proprio io Charlie.

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