L'omofobia
attualmente è
definita come “un
insieme di emozioni e sentimenti quali ansia, disgusto, avversione,
rabbia, paura e disagio che gli eterosessuali provano,
consapevolmente o inconsapevolmente, nei confronti di gay e lesbiche“
(Hudson e Rickets, 1980).
Nonostante
i progressi
fatti nel corso degli anni - nel 1973 l'omosessualità è stata
rimossa dalla lista delle malattie mentali e nel 1993 la stessa
decisione viene ufficialmente condivisa dall'Organizzazione Mondiale
della Sanità - ancora oggi tale estremismo è forte e diffuso
indipendentemente dall'ambiente sociale.
La
causa di questo può essere ricercata nella società estremamente
“eterosessista”
(G. Weinberg “Society and the Healthy Homosexual”) in cui
viviamo; ancor prima che un individuo possa riconoscere il proprio
orientamento sessuale ha già appreso ciò che è giusto e sano
a
dispetto di quello che non lo è.
A
causa di questo preconcetto è quindi probabile che l'omofobia sia
collegata anche al timore di essere considerati omosessuali, cioè
sbagliati e malati. Non solo, gay lesbiche o bisessuali possono
soffrire di quella che è chiamata omofobia
interiorizzata,
la quale consiste nel non riuscire ad accettare la propria condizione
sessuale. Ciò non può che portare a vivere con difficoltà il
proprio stato, a negarlo e anche a discriminare.
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A
seconda delle convinzioni dell'omofobo, le sue reazioni
possono essere molto diverse fra loro: si può passare dalla risata
sarcastica, all'insulto e al bullismo che può portare a dei
veri e propri episodi di violenza sia fisica che psicologica.
Per
evitare simili brutalità derivanti dall'ignoranza e dalla chiusura
mentale è di fondamentale importanza la consapevolezza e la
conoscenza, usando i mezzi a propria disposizione per imparare ad
accettarsi, ad accettare e a capire che la
violenza non è mai una risposta.
Nel
corso degli anni, nella psicoterapia ci sono stati diversi tentativi
di cambiare
l'orientamento di un omosessuale. Molte volte il risultato ottenuto
consiste nella frustrazione
del paziente per non essere riuscito nello scopo.
Di fronte a un'apparente volontaria richiesta di “cambiamento” lo specialista ha il dovere di capire quali siano i pesi che spingono il paziente in questa direzione.
Di fronte a un'apparente volontaria richiesta di “cambiamento” lo specialista ha il dovere di capire quali siano i pesi che spingono il paziente in questa direzione.
L'omofobia
non è inserita in alcun manuale di diagnostica psicologica come
patologia, sebbene ci sia la -fobia intesa come “paura fobica e
irrazionale”.
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