Ignavo deriva dal latino ignavus (in e gnavus, dove quest'ultimo è la forma arcaica di navus, ovvero attivo, diligente).
Molti ricorderanno questa categoria dagli studi della Divina Commedia di Dante, il poeta infatti incontra tali persone nell'Antinferno.
A causa del loro comportamento, gli ignavi non sono degni né di patire le pene dell'Inferno né di meritare le gioie del Paradiso. Questo perché in vita essi non hanno mai avuto un'idea propria, senza mai esporsi ma adeguandosi agli schieramenti più convenienti.
Il disprezzo di Dante per queste figure è massimo e con giusta ragione.
Come è, come sempre è stato e come, probabilmente, sarà sempre, alcuni preferiscono non scegliere.
Vivere così è molto più semplice, non implica dover stare in prima fila e pagare le conseguenze dei propri errori, i quali inevitabilmente fanno parte della vita.
Se però è vero che non ci sono errori, allo stesso modo, in una vita di questo genere, non ci possono essere neanche vittorie.
Possiamo considerare questa un'esistenza vantaggiosa?
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