martedì 4 agosto 2015

Delirio

  La parola delirio deriva dal latino tardo delirium, "uscire dal solco", ossia perdere la via della ragione.
In questi casi la persona si ritrova in una condizione confusa, incapace di interpretare in maniera corretta la realtà in tutte le sue forme. I pensieri deformati che vengono elaborati non si fermano a creare fantasie e ipotesi ma vengono automaticamente adottati come verità. Le decisioni prese e i comportamenti scelti, essendo frutto di una visuale distorta, si rivelano essere errati e anche pericolosi.

   Tale termine indica diversi stati mentali e pertanto non è indicato come una patologia (disfunzione) bensì come una sindrome (un insieme di sintomi).
Insieme alle allucinazioni è il sintomo psicotico più conosciuto, sebbene ve ne siano altri.
In diverse malattie psichiche, come la schizofrenia, possono esserci casi di delirio come sintomi principali - una convinzione errata, la quale non può essere corretta in alcun modo.
In altre situazioni, invece, il delirio è primario, cioè non causato da altri problemi.
Inoltre esso può essere scatenato da droghe.

  Dati gli infiniti casi di insorgenza e le caratteristiche individuali, esistono diverse tipologie di delirio, qui ne sono elencate alcune:
  • interpretativo: l'individuo crede che alcuni fatti casuali siano a lui legati sentendosi così l'attore principale o parte di ciò che succede;
  • persecutorio: il paziente ritiene di essere oggetto di persecuzioni;
  • bizzarro: il paziente crede in fenomeni totalmente non plausibili dalla società in cui vive;
  • di controllo: il paziente è convinto che i pensieri o le emozioni che prova siano controllati da terzi;
  • di inserzione del pensiero: simile al controllo, secondo il paziente alcuni dei suoi pensieri sono imposti da altri;
  • di gelosia: il paziente è ossessivo rispetto all'infondato tradimento del partner;
  • di grandezza o megalomania: l'individuo si sente importante, crede per esempio di essere stato prescelto da dio, o di essere l'unico detentore di conoscenze o poteri straordinari;
  • di identità: il soggetto crede di essere un'altra persona, spesso personalità importanti come principi o presidenti.
  E non solo.
Come già accennato ne le conseguenze del complottismo alcune persone - probabilmente con peculiarità ben precise - sono talmente sopraffatte dalle teorie complottistiche e da tutto ciò che gravita attorno che il complotto si insinua nella loro mente. Così tutto diventa una macchinazione e questi individui, scoprendo la "verità", sentono il bisogno di mettere tutti in guardia dai pericoli e dagli oscuri piani che stiamo vivendo. 
  Ad acuire tale stato potrebbe anche esserci l'ebrezza dell'onnipotenza o della megalomania che Internet genera. Avere a portata di click illimitate risorse e avere come unico mediatore lo schermo del computer può veramente portarci a credere di possedere tutti i tasselli necessari per ricostruire il puzzle del mondo.
Con ciò questa errata convinzione di sé può portare a conseguenze ben conosciute, come la derisione, il litigio, l'irrisoria tentata denuncia distaccandosi - tutte le parti che entrano in gioco - dalla visione d'insieme.

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