Da Wikipedia:
Il disturbo caratterizzato da vissuto emozionale eccessivo e variabile o più semplicemente disturbo borderline è un disturbo di personalità che viene sinteticamente descritto come patologia caratterizzata da instabilità pervasiva dell'umore, delle relazioni interpersonali, dell'immagine di sé, dell'identità e del comportamento, e una più generale anomalia nella percezione del senso di sé.Qui di seguito c'è un video che spiega in maniera semplice, senza mai sfociare nella superificialità, tale affezione. È in inglese ma di facile comprensione:
Possiamo quindi dire che l'individuo soffre di sbalzi d'umore repentini, causati anche da semplici avvenimenti nel normale corso delle giornate.
Nella sua mente esiste esclusivamente il concetto di bianco o nero, o si è da un lato o dall'altro, non ci sono altre possibilità. Non esistono altri colori. In modo analogo, egli non è in grado di provare sentimenti in contrasto tra loro, può solo passare da un estremo all'altro.
Tra i sintomi più comuni di tale disturbo c'è la paura dell'abbandono. La persona soffre di crolli di autostima che la possono portare a comportamenti impulsivi e autodistruttivi. A causa di questo le relazioni possono essere impetuose e difficilmente di lunga durata.
In termini semplicistici, il disturbo borderline di personalità può essere "posizionato" al limite tra la psicosi e la nevrosi.
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) per effettuare la diagnosi devono essere presenti almeno 5 punti della seguente lista:
- sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono;
- un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall’alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione;
- alterazione dell’identità: immagine di sé e percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili;
- impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto (quali spendere oltre misura, sessualità promiscua, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate etc.);
- ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari o comportamento automutilante;
- instabilità affettiva dovuta a una marcata reattività dell’umore (es. episodica intensa disforia o irritabilità e ansia, che di solito durano poche ore e, soltanto più raramente più di pochi giorni);
- sentimenti cronici di vuoto;
- rabbia immotivata ed intensa o difficoltà a controllare la rabbia (es. frequenti accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici etc.);
- ideazione paranoide o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress.
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