martedì 29 dicembre 2015

Fobia

  Il termine fobia deriva dal greco φόβος, phóbos (= panico, paura) e indica un'irragionevole paura che si manifesta in certe situazioni o a causa della presenza di determinati animali, oggetti o persone.
Nei casi più gravi essa può influenzare e limitare la vita della persona che ne soffre.

  L'elemento oggetto di fobia non è pericoloso di per sé ma, in ogni caso, l'individuo mette in pratica una serie di comportamenti per far sì di evitare il contatto con quel preciso elemento che scatena in lui panico e paura.

  A livello psicoanalitico la fobia non coincide con l'oggetto, quest'ultimo svolge infatti il compito di motivare e creare la crisi. Un evento traumatico, o comunque determinante nella vita della persona, viene spostato su una situazione, la quale dà vita alla fobia e alle sue conseguenze.
  Tutti noi conosciamo l'aracnofobia (paura dei ragni), l'acrofobia (fobia delle altezze), la paura degli aghi, la claustrofobia (paura dei luoghi chiusi), ma ce ne sono molte altre che potremmo definire curiose:
  • Alectorofobia: la paura dei polli,
  • Koumpounophobia: la paura dei bottoni,
  • Fobofobia: la paura delle paure,
  • Chaetofobia: la paura dei capelli,
  • Clinofobia: la paura di addormentarsi, l'opposto della clinomania.
Qualsiasi cosa può trasformarsi in un simbolo negativo, fonte di tutti i mali e che deve essere quindi tenuto ben lontano da noi.

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